ACoFE – Associazione di Counseling Fenomenologico Esistenziale
Racconto di un’esperienza in un istituto superiore milanese
a cura di Barbara Addario
23/09/2025
«Bisogna salvare le ferite. Non lasciarle sole, sperdute, nell’idea fissa della medicazione e della guarigione. Bisogna interrogare le ferite e aspettare le risposte. La risposta alla ferita siamo noi. I nostri gesti, le nostre possibilità accolte o respinte, i tremori e gli assalti rispondono tutti alle ferite. Perdere una ferita significa perdere una segnaletica importante per un viaggio dentro le orme dell’esistenza, un viaggio che ci accomuna e ci distingue, ci fa cantati, cantati dalla vita cruda»
Chandra Candiani
La scuola è un sistema complesso di persone e ruoli in interazione continua tra loro, in cui ogni parte del sistema si influenza reciprocamente. Per questo diventa essenziale prestare attenzione al processo educativo e al benessere psico-fisico, al clima relazionale, e alla qualità della comunicazione, in quanto fattori che contribuiscono a mantenere l’equilibrio e la funzionalità dell’intero sistema.
Il counseling scolastico è un intervento professionale rivolto agli studenti, alle famiglie e al personale della scuola, finalizzato a favorire il benessere emotivo, relazionale e motivazionale all’interno del contesto educativo. Si distingue dalla psicoterapia, in quanto si tratta di un percorso di sostegno volto a potenziare le risorse individuali e qualora dovessero emergere bisogni che richiedono un livello di supporto diverso o più specialistico, il counselor accompagna lo studente e la famiglia nell’individuazione dei servizi più adeguati presenti sul territorio.
Nell’ottica di aiutare ad aiutarsi il counseling scolastico si pone alcuni obiettivi chiave:
Il racconto della mia esperienza presso un istituto superiore di Milano
Ho svolto attività di counselor scolastico presso un Istituto Superiore di Milano, dove ho condotto colloqui rivolti agli studenti e alle classi. In questo contesto, il mio ruolo è stato quello di offrire uno spazio di ascolto e sostegno, finalizzato a sostenere lo sviluppo personale e sociale degli studenti, aiutarli a migliorare le competenze di comunicazione, problem solving e gestione delle emozioni, affrontare difficoltà legate all’apprendimento, all’adattamento scolastico o ai rapporti con compagni e insegnanti per promuovere un clima scolastico positivo e inclusivo.
Il metodo
Il colloquio centrato sulla persona è stato il perno di ogni incontro accompagnato dalla scrittura creativa, dal disegno spontaneo, dal racconto evocato dalle carte “inventa-favole” e dalle carte di “Propp”, dalla pratica della “sedia calda”. Queste tecniche di storytelling permettono un’autonarrazione a partire dall’immedesimazione con i personaggi, le situazioni, i contesti, scelti per risonanza emotiva (=proiezione). A volte è difficile trovare le parole per esprimere il disagio. A volte il disagio non è proprio chiaro. Quando una immagine o singole parole risuonano, ci “traghettano dentro” il nostro mondo interno. Il prodotto artistico diventa un modo di riconoscere, esprimere e di rielaborare il disagio per attraversarlo. Nella tecnica della sedia calda le parti in conflitto entrano in relazione attraverso il dialogo al fine di trovare una sintesi risolutiva del conflitto
Sono stati organizzati quattro interventi sui gruppi classe in collaborazione con i docenti e gli interventi che sono stati presentati in anticipo e supportati sia dai docenti sia dal consiglio di classe, hanno mostrato una ricaduta particolarmente significativa.
Di seguito presento due esperienze che considero particolarmente significative del percorso realizzato con gli studenti e che evidenziano con le potenzialità del counseling scolastico, che, a mio avviso, andrebbe caldamente incoraggiato in ogni scuola.
Esperienza di composizione poetica
Con una studentessa dell’ultimo anno, che frequentava lo sportello per imparare a gestire crisi di pianto e paura dei professori, abbiamo lavorato inizialmente attraverso la tecnica della “sedia calda”. Durante gli incontri ha iniziato ad intraprendere un dialogo con la sua fragilità: “perché mi colpisci? perché mi sento fragile e sensibile e ho paura di perdere le persone? Se tu mi blocchi, io devo trovare strategie” ed è emerso come la sua sensibilità e la sua empatia si scontrassero con una difficoltà ad esprimersi pienamente. Per facilitare il processo espressivo abbiamo quindi pensato ad un esercizio di scrittura creativa, nel corso del quale narra di una “crisi” come un ruscello che la travolge, anche se l’atmosfera emergente risulta piacevole per lei. Riporto di seguito la poesia che ha scritto:
“Il pianto che arriva come un ruscello e i sassi che trova nel suo percorso l’acqua li supera, si apre intorno, si divide in diversi rigoli e si rincontrano e insieme entrano in un laghetto in cui c’è una barca e intorno l’erba.”
In questo senso, la scrittura creativa ha permesso di trasformare la fragilità in narrazione, restituendo un significato diverso della “crisi” e aprendo alla ragazza la vista su nuove strategie per riconoscersi e prendersi cura di sé.
Esperienza di composizione artistica
Con uno studente che tendeva a parlare molto per riempire lo spazio della relazione – modalità che sembrava al tempo stesso rassicurarlo e agitarlo – ho proposto di accompagnare il colloquio con un disegno libero, facendo leva sulla sua passione per i “graffiti”.
Nel disegno, che compare nell’immagine scelta per questo articolo, sono emersi diversi elementi: una palma, un’anguria che si scioglie, uno squalo che morde un polipo. Insieme abbiamo riconosciuto la sua grande creatività, sottolineando come l’arte potesse diventare per lui uno strumento di espressione personale e di comunicazione emotiva, resa evidente anche attraverso la scelta dei colori.
Particolarmente significativa è stata la rappresentazione di contenuti che lo studente tendeva a censurare, come l’aggressività evocata nell’immagine dello squalo che morde il polipo. Spesso, infatti, mostrava la tendenza a “normalizzare” i colloqui, come se fosse costantemente preoccupato del giudizio e delle aspettative altrui. La sua agitazione emergeva anche in piccoli segnali: si innervosiva quando qualcuno bussava alla porta, non desiderava essere visto entrare nello spazio dedicato ai colloqui e chiedeva spesso se anche altri coetanei frequentassero lo sportello.
Possibili prospettive future
I problemi che si presentano a scuola si manifestano su più livelli: individuale, gruppale e istituzionale. Per questo è auspicabile la presenza e la collaborazione di figure diverse - dirigente, docenti, figure di sistema, counselor – in modo da osservare i disagi degli studenti e delle studentesse e valutare le loro ricadute sul lavoro scolastico, non in termini di psicopatologia, quanto invece di dinamiche relazionali e di sistema in cui tutti gli attori sono coinvolti.
La sinergia tra Counselor e Docenti rappresenta senza dubbio una risorsa importante per la promozione del successo formativo e per il benessere di tutta la comunità scolastica. Pur essendo due professioni con competenze diverse, la loro collaborazione può fare la differenza nella cultura scolastica. In questa prospettiva la supervisione del Dirigente è quanto mai fondamentale.
Le prospettive future a mio parere riguardano la necessità di:
*Fabio Rondot “La nostra scuola: sette piccole utopie”
Informiamo i soci e tutti coloro che desiderino entrare a far parte di ACoFE che è stata fissata una nuova sessione d’esame di ammissione ACoFE, il passo fondamentale per entrare ufficialmente a far parte della nostra Associazione.
Data: Sabato 6 dicembre
Ora: 10:00
Luogo: Bologna, presso Azione Cattolica – Via del Monte, 5
Invitiamo tutti gli interessati a consultare le modalità di iscrizione e la procedura d’esame al seguente link: